Dal blog “Il luogo fuori luogo” – 11 novembre 2011
Siamo in partenza.
Il viaggio non è lungo – sei minuti di macchina dal fondovalle.
Il viaggio è lungo – una distanza enorme, che abbiamo appena appena accennato a creare tra noi e un modo di vivere il mondo, l’ambiente e la vita sociale in cui non ci riconosciamo.
E’ lungo perché è innanzitutto un viaggio in noi stessi, nel mondo che è stato creato dentro di noi da anni di lezioni e compiti in classe, illusioni, promesse, notizie. Il pacchetto all inclusive che qualsiasi cultura ti fornisce per affrontare la realtà, e nel quale è immancabilmente compreso uno sguardo su quella stessa realtà.
Andremo a vivere in una casetta nei boschi, comperata grazie ai frutti delle fatiche dei nostri genitori e ristrutturata grazie ai frutti delle nostre fatiche – i nostri stipendi e i nostri finesettimana degli ultimi due anni, trascorsi tra muri da abbattere e muri da costruire e TUTTO QUELLO che sta nel mezzo.
La Casa è al centro del nostro personale progetto di decrescita felice, della nostra utopia di una vita meno economica e più sociale, in cui lavorare meno per conto terzi e più per noi stessi, conservando più tempo per le nostre relazioni sociali e per contribuire al miglioramento del mondo in cui viviamo.
Non si tratta di rinnegare ciò che siamo e siamo diventati, ma di filtrare il buono e progredire verso qualcosa di meglio: anche la nostra voglia di partire e ritornare è, in fin dei conti, prodotto della società in cui siamo nati, che tra l’altro ci ha permesso di avere un benessere tale da poter scegliere. Credo che una cultura sia una buona cultura nel momento in cui fornisce gli strumenti per superarne gli stessi presupposti: questi strumenti noi li abbiamo, e cercheremo di utilizzarli al meglio.
Anche questo bloggetto vuole essere un passo nella direzione che abbiamo preso: vorremmo potesse diventare uno strumento per coloro che desiderano, come noi, “riconvertirsi” in senso sociale. Lo utilizzeremo per riportare le nostre difficoltà, i nostri timori, ma anche le sperate soddisfazioni e gli auspicabili traguardi raggiunti. Facendoci pure, perché no, i conti in tasca, in modo da aiutare tutti coloro che intendono intraprendere il nostro percorso.
E questo per ora è tutto.