FIRME IN CIELO
Viaggio tra i libri di vetta
Casa editrice Il Margine, aprile 2013
Fotografie di Ruggero Arena
Sulle vette difficili ci arrivano gli scalatori esperti.
Sulle cime più accessibili, anche gli alpinisti della domenica.
Tutti hanno qualcosa da dire, arrivati lassù.
E lo scrivono nei libri di vetta custoditi sulle montagne.
Questo è il primo viaggio negli oltre cinquecento libri di vetta dell’archivio della Sat, Società degli alpinisti trentini. Lungo un secolo, tra guerra e pace. Un vero e proprio tesoro della memoria, secondo Reinhold Messner.
L’uomo e la montagna: una relazione da sempre intensa e difficile, che mescola attrazione, timore, mistero.
L’alpinismo del XX secolo rappresenta forse il culmine di questa relazione verticale, sfociata in un’attrazione viscerale per quell’immensamente grande che va al di là della comprensione.
Una testimonianza, talvolta toccante, del rapporto che lega l’uomo moderno alla montagna sono i libri di vetta: sempre più distanti, col passare del tempo, dalle iniziali raccolte di firme con il compito di testimoniare un’ascesa e sempre più simili a un dialogo a tu per tu con le cime.
Messaggi lirici, estatici, dolorosi, commoventi, scritti su agende o quaderni, che danno voce alle persone silenziose, quelle abituate a sfiorare delicatamente la superficie della terra, a passare senza lasciare traccia.
La video-intervista proiettata al Trentino Book Festival del 2013
KOSOVO TUTTO OK
Attraverso un giovane Paese stanco di guerra
Casa editrice Il Margine, 2010
Foto di copertina di Stefano Piva
Per il resto del mondo era tutto ok mentre, in conseguenza delle leggi discriminatorie varate dal governo serbo, gli albanesi vivevano un lungo periodo di apartheid.
Era tutto ok durante la “guerra umanitaria” del 1999, mentre le bombe cadevano su tutto e su tutti e le milizie serbe conducevano una pulizia etnica di proporzioni enormi. Anche quando gli albanesi sono tornati, vendicandosi sulla popolazione serba.
E’ stato tutto ok in seguito, mentre i pochi serbi rimasti lottavano inascoltati per i loro diritti, o quantomeno per il diritto a vivere un’esistenza che si possa definire tale.
Ma in Kosovo è davvero tutto ok?
Durante un viaggio breve ed intenso, una giovane scrittrice cerca di rispondere alle domande più semplici che ci si possa porre sul Kosovo di oggi, incontrando luoghi e persone. Da Vido, anziano contadino in attesa di veder tornare il passato, all’estroverso Sokol e al suo coraggio di tentare nuove strade, dal religioso Ilir a Jovan il saggio, fino a Jehona, bella di sogni da realizzare, i kosovari sembrano aver ancora voglia di credere, nonostante tutto, in un mondo migliore. E se c’è ancora spazio per sperare, e per cercare di realizzare un sogno di pace, allora forse in Kosovo è davvero tutto ok.
Nato da un’idea del Tavolo trentino con il Kossovo, e in collaborazione con l’associazione, è il racconto di un viaggio attraverso il Kosovo a dieci anni dalla guerra: un Kosovo colmo di contraddizioni, traumi e speranze.