C’è un albo illustrato cui devo una recensione a mo’ di scusa.
Quest’albo è Cane blu di Nadja (pseudonimo di Nadja Fëjto; sorella, per chi fosse interessato alle parentele artistiche, di Gregoire Solotareff, altro stimatissimo autore di albi illustrati).
Lo confesso: la prima volta che l’ho conosciuto, qualche anno fa, non ne sono rimasta particolarmente colpita, soprattutto per via della trama, che giudicavo fin troppo classica. Certo, le illustrazioni (che ricordano l’espressionismo) erano d’impatto, la qualità artistica era evidente, ma a quell’epoca cercavo soprattutto storie che stessero lontane dai soliti binari. La storia del cane (per quanto blu) che i genitori non vogliono, ma che riesce a farsi accettare dalla famiglia mettendo in salvo la bambina dispersa nel bosco, aveva un che di già sentito.
Sono stati i bambini a rimettere me sui binari. Perché, se c’è una cosa che ho capito durante la mia esperienza di lettrice, è che io e i bambini, in questo viaggio nelle storie, abbiamo competenze e doveri diversi. Il mio dovere è portare loro narrazioni e libri di tutti i tipi, cercando sempre di proporre opere di qualità, di remare contro la banalità, la volgarità, le opere fatte in serie per ragioni commerciali; il loro dovere è segnalarmi, con il loro fiuto infallibile, le storie che funzionano davvero e che lavorano dentro di loro, e spronarmi a farle conoscere ad altri bambini.
Cane blu, l’inguardato inserito un po’ all’ultimo in una cinquina di libri da proporre per le letture pomeridiane nella fascia 3 – 6 anni, piacque subito e senza tentennamenti; anzi, i bambini manifestarono verso questo libro un ardore tale che decisi di riprovarci, questa volta alle scuole primarie: l’effetto fu confermato.
E così, di anno in anno, di pubblico in pubblico, Cane blu ha sempre ricevuto lo stesso ardore, lo stesso affetto senza tentennamenti, al punto che ora lo propongo nella certezza che piacerà. Credo sia per questo che, nonostante abbia una trentina d’anni, è stato ripubblicato nel 2019 da Babalibri.
Che cosa i bambini avevano visto e io no?
Partiamo dalla storia.
Carlotta incontra un cane randagio. Poco importa, a questo punto della storia, che il cane sia un Cane blu dagli occhi di rubino: la bambina si affeziona a lui, ricambiata: il cane la torna a trovare sera dopo sera.
La mamma, però, non è contenta di quell’amicizia: il cane è randagio, potrebbe essere malato, e ad ogni modo i genitori della bambina non vogliono adottare cani. Carlotta è costretta a separarsi dal suo amico.
I genitori di Carlotta, vedendola triste, decidono di portarla nel bosco per un pic-nic… e, naturalmente, Carlotta si perde.
Sta calando la notte; Carlotta non sa dove si trova. Ma Cane blu sopraggiunge, accende il fuoco con il suo soffio (solo a questo punto iniziamo a capire che la sua particolarità gli conferisce anche poteri speciali) e la conduce al riparo in una grotta, per attendere assieme l’alba.
Ma nel folto della foresta si nasconde lo Spirito della Foresta, pronto a divorare chiunque osi rimanere nel suo bosco oltre il crepuscolo… e ora Carlotta sarebbe in grave pericolo, se a vegliare su di lei non ci fosse Cane blu.
La trama e la struttura narrativa sono classiche e un po’ scontate, è vero. Eppure, man mano che la trama procede, si manifestano i poteri di Cane blu e si giustifica la sua particolarità, mentre avviene il passaggio in un mondo inquietante e selvaggio, che Cane blu frequenta in virtù sia del suo essere senza padrone che della sua diversità. Qualcosa cambia: ed è qui, nelle drammatiche scene centrali ambientate nella foresta notturna, che la storia esce dai binari della banalità.
A questo punto della lettura i bambini sono spesso inquieti: la lotta tra Cane blu e lo Spirito del bosco, mutato in pantera, è rappresentata in modo crudo, è un salto in un mondo di violenza vera, non mediata da immagini accattivanti, che a volte io sorpasso in fretta, per non turbare i più piccoli; una lotta il cui esito non è assolutamente scontato. Tanto che, ogni volta, me lo domando anch’io: riuscirà un povero e mite Cane blu a sconfiggere il selvaggio spirito della foresta?
Ma ogni volta l’alba arriva e Cane blu ce la fa (grazie alla sua tenacia, più che alla sua forza), i bambini ce la fanno, e ogni volta che salto la pagina della lotta mi sento in colpa per non aver regalato loro quel brivido in più pur sapendo che poi il finale ci porterà tutti in salvo, in una corsa sfrenata e rigenerante in groppa a Cane blu.
Sono convinta che il suo potere quest’albo lo eserciti fino in fondo con la scena finale: il cane che appoggia la testona sul letto della bambina e la rassicura: “Resterò sempre con te”.
I bambini amano le figure come Cane blu – fedeli, protettive e potenti pur nella loro mitezza e umiltà. Io le chiamo “le forze di protezione”: ai miei occhi incarnano la sicurezza che sperimentiamo da bambini tra le braccia delle persone che ci sono più care. Penso che i bambini, in figure come quella di Cane blu, rivivano e rafforzino questa sensazione di protezione, e abbiano bisogno di narrazioni come queste e personaggi come questi per affrontare il mondo con le sue inquietudini e ambiguità. Infatti di personaggi analoghi ce ne sono molti, nella letteratura per l’infanzia e oltre: pensiamo al GGG, a Pippi Calzelunghe o addirittura all’Aslan della Saga di Narnia; ma anche a Cion Cion Blu (ancora una volta il blu è il colore della protezione), il contadino cinese capace, nella sua semplicità e saggezza, di aiutare nientemeno che l’imperatore della Cina: un’altra figura di protezione molto amata dai bambini, protagonista di un romanzo che suscita il loro entusiasmo (e che inizialmente avevo, anche stavolta, sottovalutato).
Se ci pensiamo, anche a noi storie come questa piacciono, e per lo stesso motivo. Ognuno di noi ricorda quel “per sempre”; ognuno di noi ha sentito, un tempo, la potente sensazione che quell’abbraccio fosse una fortezza inespugnabile. Quella stessa fortezza, negli anni del tradimento dell’adolescenza, ci è apparsa nella sua umana fragilità, ma sappiamo che è rimasta dentro di noi come un nido di calore in cui, tutti, ci rifugiamo quando abbiamo bisogno di conforto. E, per tutta la vita, cerchiamo il nostro Cane blu.
Titolo: Cane blu
Autore: Nadja
Casa editrice: Babalibri
Anno di pubblicazione: 2019 (ultima edizione)
Consigliato da che età? Dai 4 anni; piace molto anche a bambini di 6 – 7 anni
Consigliato a lettori… Che amano i cani; che hanno bisogno “del grande amico”; che apprezzano le storie a tinte forti; che sono affascinati dalle storie che hanno un sapore antico, di leggenda.
Libri amici: Cion cion blu (Pinin Carpi), Il GGG (Roald Dahl), Pippi Calzelunghe (Astrid Lindgren).
Qui trovate la videorecensione di Cane blu: