Ora che, più che mai, abbiamo un disperato bisogno di tenere gli altri a distanza, Spino di Ilaria Guarducci (Camelozampa editore, 2016) mi sembra una lettura particolarmente indicata.
C’è un modo infallibile per non farsi ferire dagli altri: imparare ad essere noi quelli che feriscono, quelli che tengono lontani.
Se, poi, avessimo la fortuna di avere un corpo ricoperto di spine, come un cactus, potremmo annunciare già dal nostro aspetto la nostra pericolosità, come quegli animali che con le loro tinte sgargianti ci avvertono di essere velenosi. Sarebbe tutto molto più facile, sì, se venissimo dotati di un magico scudo di spine, che faccia il vuoto attorno a noi ovunque andiamo senza bisogno di usare armi faticose, che qualcuno potrebbe anche spuntare – come le parole, il sarcasmo, i rigurgiti acidi che ci esercitiamo a buttare addosso agli altri in questo mondo pieno di cose mal digerite.
Gran cosa, in effetti, la vita di Spino, nato già provvisto di un tal dono. Fa infatti parte di un’esimia famiglia di spinosi, che si è prodigata per fargli frequentare adeguate scuole di cattiveria con l’obiettivo di sviluppare questa qualità innata. Spino, incoraggiato dal padre e forte della sua pregevole tradizione famigliare, ce la mette tutta: va a vivere nel bosco scuro e si allena nelle peggiori cattiverie, insultando, maltrattando e mutilando tutti gli esseri delicati e poetici che lo animano.
Ma, a quanto pare, non sono soltanto i contatti con gli altri viventi a rappresentare un pericolo per noi. Infatti un giorno Spino si ammala: di punto in bianco, a colazione, una spina cade tintinnando sul pavimento; poi ne cade una seconda, poi una terza. Dopo, sarà un diluvio inarrestabile di spine. In poche ore Spino non è più Spino: sotto lo scudo pungente compare un cosetto roseo e morbido, ridicolo e, tutto sommato, un po’ tenero.
È l’inizio di una profonda crisi: Spino ha perduto la sua protezione e, con essa, la sua identità, costruita faticosamente nel corso degli anni proprio a partire da quella stessa protezione.
Solo, deriso e umiliato, se ne sta seduto su un sasso appuntito a meditare sulla propria inutilità.
In questa solitudine, però, gli si avvicina Bernardo, un coniglio saggio, che gli offre la sua compagnia e lo invita a trascorrere il tempo con la sua famiglia e i suoi amici.
Spino si trova a trascorrere i giorni con questa calorosa famiglia di conigli e si rende conto, poco per volta, che senza spine si possono fare molte cose piacevoli. Che la sua pelle vulnerabile è fatta per sentire il sole, il vento, la carezza dell’erba. Che il suo corpo può stare vicino ad altri corpi e sentirne il calore.
Spino è una riuscita storia di bullismo e di uscita dal bullismo, che riesce a descrivere senza mai dover essere esplicito.
Ci racconta, con semplicità e ironia, il bisogno di vicinanza nascosto nell’arroganza e nell’aggressività, così pervasive in quest’epoca di grandi fragilità e grandi solitudini; suggerisce anche sottovoce, per chi voglia ascoltare, che un bullo non nasce mai per caso e non torna a inserirsi nella comunità per caso: che la responsabilità della sua trasformazione è dell’intera comunità educante e della sua capacità di accoglienza del diverso.
La chiarezza della sua metafora attrae molti bambini, specialmente quelli che lo scudo se lo stanno costruendo, a volte perché incoraggiati a farlo, a volte per proteggere la loro vulnerabilità da un mondo che li spaventa, spesso per difendersi da adulti che non hanno rispetto per la loro morbida pelle rosa, sensibile a qualsiasi tocco. I bambini che rischiano di perdere la sensibilità, il tocco dell’aria e del respiro, la bellezza dell’essere creatura tra altre creature. A volte per sempre. A volte in attesa di una rinascita, di uno sguardo gentile che vada oltre le loro spine e produca nel loro scudo piccole fratture da cui passi la luce.
Ma Spino è anche, semplicemente, una storia piacevole, dalle illustrazioni accattivanti e di poche parole, che racconta il potere trasformativo dell’amicizia.
Titolo Spino
Autore Ilaria Guarducci
Casa editrice: Camelozampa
Anno di pubblicazione: 2016
Consigliato da che età? Dai 4 anni
Consigliato a lettori… Che hanno bisogno di uscire dal loro bozzolo di spine trasformati in splendide farfalle; che amano le storie di mostriciattoli; che apprezzano le illustrazioni simili al fumetto
Libri amici: I cinque malfatti (Beatrice Alemagna, Topipittori), Faccia di maiale (Anna Lavatelli, Nord-Sud)
Qui trovate la videorecensione: